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Per la sua rubrica “Cultura d’Impresa”, FreshPlaza ha intervistato Angelo Benedetti, Presidente e Direttore Generale del gruppo Unitec.

Unitec è un gruppo internazionale, leader nella costruzione di macchine e impianti per la lavorazione dei prodotti ortofrutticoli. Quali sono state le innovazioni più significative in questo segmento tecnologico negli ultimi dieci anni?

AB – Negli ultimi 10 anni nel nostro settore sono stati fatti molti passi in avanti, in particolare nel campo della selezione della qualità. La determinazione della qualità interna alla frutta è stata sicuramente una delle innovazioni più importanti: con la possibilità di analizzare e valutare la qualità non solo esterna ma anche interna della frutta fresca, questa tecnologia ha aperto un nuovo mondo nel settore ortofrutticolo. Si è guardato a nuovi valori come la dolcezza, l’acidità, il sapore e il grado di maturazione dei frutti. Questa ricerca scaturisce dalla necessità di avere frutta buona, in un mercato dove spesso la domanda è inferiore all’offerta. Per avere successo nelle vendite è necessario puntare sulla qualità dei prodotti. In riferimento a questo bisogno, in Unitec abbiamo creato un marchio “I’m good”, “Sono buono” che sintetizza quest’esigenza dei consumatori, di avere garanzie di qualità sul prodotto acquistato. Le tecnologie messe a punto da Unitec per la selezione della qualità esterna ed interna vanno anche nella direzione della riduzione dei costi di manodopera, oltre che ridurre i bisogni di manodopera altamente specializzata per le operazioni di cernita della frutta. La selezione della qualità esterna, con i molteplici sistemi ULTRAVISION (ognuno dedicato ad uno specifico tipo di frutta), permette quindi una importante diminuzione dei costi di lavorazione, garantendo anche un sensibile miglioramento della qualità delle confezioni presentate ai consumatori; in questo modo infatti si elimina la variabilità derivata dalle selezione manuale. Unitec è stata la prima azienda in Europa a realizzare sistemi per la selezione della qualità interna della frutta e ad oggi possiamo offrire una gamma molto ampia di tecnologie per svolgere al meglio questo tipo di lavoro (QS ONLINE, QS 300, ULTRAVISION, UNI FLY). Siamo in grado, infatti, di dare risposte a tutti i clienti che siano sensibili alla qualità interna e esterna, in quasi tutte le varietà e tipologie di frutta fresca e in molti casi anche per la frutta secca (noci, castagne, pistacchi, nocciole, etc). Un’altra innovazione significativa di questo decennio, è la gestione computerizzata della fase di confezionamento. Oggi è possibile programmare i processi di lavorazione, grazie a software come Lotmanager, seguendo logiche molto più efficienti rispetto al passato e più in linea con i processi industriali. In funzione degli ordini che arrivano alla centrale ortofrutticola, è possibile attivare sistemi informatici che aiutano gli operatori a gestire tutto il processo del confezionamento e della lavorazione. Questo è sicuramente un ulteriore passo in avanti verso il contenimento dei costi, in quanto queste tecnologie aumentano l’efficienza dei processi di lavorazione.

Portare alle imprese ortofrutticole soluzioni tecnologiche “allo stato dell’arte” comporta notevoli investimenti in Ricerca & Sviluppo. Come opera Unitec da questo punto di vista? Avete collaborazioni anche con le Università?

AB – Siamo un’azienda molto orientata all’innovazione tecnologica per aiutare i nostri clienti a crescere. Il campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico è un’area aziendale alla quale abbiamo riservato forti investimenti, negli ultimi anni. Ad oggi riteniamo di avere già al nostro interno un know-how e un’organizzazione che consentono di trovare soluzioni all’avanguardia nel nostro settore e nei settori vicini, come quello della frutta secca e dell’industria alimentare. La nostra collaborazione con le Università ha oltre vent’anni di storia e negli ultimi anni il rapporto è più aperto e costruttivo. È positivo unire le competenze e le conoscenze del mondo dell’impresa e dell’università: a volte si fanno viaggi avveniristici che non conducono allo sviluppo di tecnologie, in altre occasioni invece, si lavora su temi e progetti più concreti. Le collaborazioni portano spesso alla creazione di tecnologie e brevetti e questo è senz’altro un beneficio per entrambi.

La mission aziendale di Unitec è “We work for your Results” (Lavoriamo per i vostri Risultati). Può spiegare ai nostri lettori la valenza della mission per la strategia e l’organizzazione della vostra impresa?

AB – Il nostro senso di esistere come azienda è quello di aiutare i nostri clienti a fare dei passi in avanti nelle loro organizzazioni, sia per quanto riguarda il contenimento dei loro costi, sia nel miglioramento della qualità delle loro lavorazioni. Le nostre tecnologie non vengono progettate e realizzate per costar poco e quindi per sedurre il cliente con il prezzo, ma seguono la linea di far guadagnare molto ai nostri clienti, dopo l’acquisto, con l’uso quotidiano di uno strumento che è stato pensato bene, progettato e realizzato con tutta l’attenzione necessaria a fare in modo che costituisca un valore aggiunto che genera profitto per l’impresa che si è affidata alle nostre tecnologie e servizi. Il nostro motto è “We work for your Result”: non è uno slogan astratto ma un nostro modo di fare, dalla progettazione di una tecnologia fino al service post-vendita. Il lavoro di tutti gli uomini di Unitec è quello di aiutare i clienti a migliorare i loro risultati. In diverse occasioni, siamo riusciti ad aiutare i nostri clienti a diventare leader a livello mondiale nelle loro lavorazioni e questo ci rende tutti orgogliosi del lavoro fatto. La legge ferrea che governa il mercato è la competitività, occorre essere più bravi dei concorrenti e questo vale sia per noi che per i nostri clienti; spesso capita di vedere sul loro volto un pieno e sincero sorriso di soddisfazione per l’investimento fatto con Unitec e questo ci stimola a dare sempre il meglio di noi, ogni giorno, per rivedere i volti sorridenti dei nostri nuovi clienti.

Unitec ha esperienze dirette con il settore professionale dell’ortofrutta in tutto il mondo. Quali sono, a Suo avviso, i paesi che oggi presentano il maggiore dinamismo nell’innovazione tecnologica e di processo?

AB – Noi lavoriamo in molti paesi e possiamo riscontrare diverse velocità di approccio al miglioramento tecnologico. In alcuni paesi come l’Italia, l’investimento in tecnologia viene visto troppo spesso come un costo e quindi si pensa che meno si spende quando si acquista e meglio è; in altri paesi invece, si vanno a ricercare le tecnologie che possono permettere di fare un salto di qualità ai processi di lavorazione o in termini di qualità o in termini di produttività. In questo secondo caso riusciamo a dare il meglio di noi perché l’investimento che opererà per 15/20 anni nella centrale ortofrutticola, se ben progettato e ben realizzato, si ripagherà velocemente con i concreti benefici che esso porterà. Troppo spesso la logica dell’affare immediato (spendere poco all’acquisto) porta a sciupare risorse con investimenti in tecnologie che non portano i benefici che faranno la differenza nel tempo e questo poi mette in seria difficoltà le aziende, sul fronte della competitività.

La crisi in Nord Africa e particolarmente in Libia sta comportando conseguenze per le vostre attività?

AB – Per quanto riguarda il nostro caso direi di no, ma per i paesi che erano in procinto di decollare anche dal punto di vista commerciale, questa situazione non è certamente di buon auspicio per il futuro. La nostra presenza in questi paesi non è determinante ed è per questo che non incide particolarmente sul nostro portafoglio ordini. Al contrario, un evento drammatico che ci sta toccando da vicino è la batteriosi del kiwi, in particolare quello a polpa gialla. Il virus che sta colpendo questo frutto, sta mietendo moltissime piante. L’ortofrutta italiana (primo produttore mondiale di kiwi) se non trova subito una soluzione avrà un serio problema da affrontare. I produttori di tecnologie conseguentemente non potranno contare su investimenti in questo settore, quindi ci saranno delle ricadute poco piacevoli anche per noi. Ogni anno si vivono nuove dinamiche sui mercati stranieri; il mio auspicio è che il 2011 sia un anno positivo per l’ortofrutta italiana che ha bisogno di una “flebo” di fiducia, dopo anni non brillanti. Sarà nostra piena soddisfazione aiutare chi vorrà costruirsi il successo investendo in nuove idee, nuovi progetti e nuove tecnologie di Unitec.

Fonte: www.freshplaza.it

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